Sai che la tapparella ha creato l’architettura più iconica del XX secolo

Dal Razionalismo comasco alla cultura dell’abitare moderno, la storia di un’invenzione che ha cambiato il modo di vivere la luce.

La tapparella non è solo un oggetto tecnico. È una rivoluzione silenziosa.
Un semplice gesto – alzare o abbassare una tapparella – racchiude il modo in cui il Novecento ha imparato a governare la luce, a modulare gli spazi, a costruire il comfort.

Nata come soluzione funzionale, la tapparella ha saputo evolversi fino a diventare un elemento di design architettonico, capace di influenzare il volto stesso delle città. È lei, infatti, che ha permesso di dare vita ad alcune delle architetture più iconiche del XX secolo, dove la luce diventa progetto e la tecnologia si fonde con l’estetica.


La tapparella e il mito del moderno

Con l’avvento dell’architettura moderna, l’abitare cambia volto.
Le case si aprono alla luce, gli spazi diventano più fluidi, le linee più pure.
La tapparella entra in scena come strumento del vivere contemporaneo: non più solo barriera o protezione, ma filtro dinamico tra interno ed esterno.

Nel gesto di regolare la luce, il moderno trova la sua sintesi più profonda.
Per la prima volta, l’uomo può decidere quanto mondo lasciare entrare nella propria casa.
È una libertà nuova, un modo diverso di abitare. E, come spesso accade, la rivoluzione parte da un dettaglio.


Il Razionalismo comasco e la luce come architettura

A Como, questa rivoluzione prende forma concreta.
I maestri del Razionalismo comascoGiuseppe Terragni, Pietro Lingeri, Cesare Cattaneo – trasformano la luce in una materia da plasmare.
L’architettura non è più solo costruzione: è ordine, proporzione, trasparenza, ma anche ombra, silenzio e controllo.

Le tapparelle diventano parte integrante di questo linguaggio.
Dietro ogni facciata razionale si nasconde una tecnologia della luce: lamelle che si muovono, che creano profondità e ritmo, che definiscono la vita domestica in relazione al sole.
L’edificio respira, cambia volto durante il giorno, come se fosse vivo.

Nel cuore di Como, il Razionalismo e l’artigianato dialogano: la precisione del progetto incontra la mano dell’uomo che realizza.
È qui che nasce un pensiero destinato a durare: la funzionalità è bellezza.


Falpe, erede di una cultura della forma e della funzione

Da oltre sessant’anni, Falpe custodisce e rinnova questa eredità.
Nata nel cuore della Brianza, l’azienda ha trasformato la produzione di tapparelle in una forma d’arte applicata, dove innovazione e memoria convivono.
Ogni prodotto Falpe nasce con lo stesso spirito razionalista: unire funzione, semplicità e armonia.

Nel Museo d’Impresa M.A.F.O – Museo Artigiano Falpe Opificio Zappa, questo legame è raccontato in un percorso che attraversa decenni di storia industriale e culturale: dalle prime tapparelle in legno e PVC, fino ai modelli in alluminio intelligenti e motorizzati, capaci di dialogare con i sistemi domotici più avanzati.

Falpe continua così la ricerca iniziata da quei maestri comaschi: progettare il benessere abitativo attraverso la luce.
Una luce che non si limita a illuminare, ma che plasma l’identità degli spazi e racconta un modo tutto lombardo di vivere la modernità.


La luce della filanda: un ritmo che attraversa i secoli

È anche per questo che amiamo la nostra filanda:
un luogo dove la luce disegna ogni giorno i contorni della produzione, della sala mostre e del museo.
Un ritmo luminoso che cambia con le ore del giorno, riflettendo il battito vitale di un edificio nato nel Settecento come mulino, poi divenuto filanda nell’Ottocento, e dagli anni ’70 rigenerato come Città Falpe, fino a oggi come Opificio Zappa.

Qui, la luce non è solo un elemento naturale: è una memoria industriale che continua a vivere.
Proprio come nelle architetture razionaliste, anche tra le mura della filanda ogni finestra, ogni riflesso e ogni ombra raccontano la precisione di un tempo e la sensibilità di chi vi lavora.

E forse non è un caso che le tapparelle, simbolo del controllo e del ritmo luminoso, trovino le loro radici anche in questa storia.
Perché fu proprio grazie all’esperienza meccanica sviluppata nelle filande — con i telai, i motori, i sistemi di trasmissione e di regolazione della tensione dei fili — che gli artigiani accumularono conoscenze decisive per creare i meccanismi di movimento e di regolazione della luce delle prime tapparelle moderne.

Dalla sapienza meccanica della seta è nata così la meccanica della luce:
un filo ideale che lega la tradizione serica comasca alla cultura del Razionalismo e, oggi, alla produzione Falpe.
Un filo che continua a scorrere tra le travi dell’Opificio Zappa, illuminando ogni giorno il lavoro, la ricerca e l’identità del nostro territorio.


“Dalla sapienza meccanica della seta è nata la meccanica della luce.
È il filo che unisce il passato delle filande al futuro dell’abitare.”

Falpe – Opificio Zappa