LA FILANDA DEL MORNERONE
Cenni storici generali
LA FILANDA DEL MORNERONE – Fino alla prima metà del 1800 nell’erbese si è prodotta la seta, dapprima in modi strettamente casalinghi.
La trattura, che consiste nel trarre dal bozzolo il filato e nell’avvolgerlo sull’aspo, si realizzava nella casa dei contadini. Il procedimento consisteva nel collocare i bozzoli in bacinelle di rame stagnato, riscaldate a legna. Nell’acqua caldissima si rammolliva la gomma che copriva i bozzoli, così i capi dei filati si separavano più facilmente.
Dopo la metà del 1800, i fornelli domestici a fuoco diretto cedettero il posto a quelli industriali. Iniziava il declino così, della piccola ed antica industria casalinga per lasciare il posto alla nascente industria su larga scala.
Filanda e i filatoi
I proprietari terrieri che si occupavano dei bachi e dei gelsi, iniziarono a dedicarsi alla prima fase della lavorazione della seta. Riunirono in locali adatti gruppi di bacinelle per la trattura dei bozzoli. Divennero in larga parte veri e propri imprenditori e diedero origine alle filande, che dipanavano i bozzoli ed i filatoi, che abbinavano i fili, li torcevano i li passavano sui rocchetti. Si formò in questo modo una vera struttura di fabbrica, che raccoglieva centinaia di lavoratori in maggioranza donne e fanciulle fin dalla tenera età. Esse lavoravano per dodici ore al giorno in locali con temperature molto elevate.
La filanda simbolo della prima attività industriale della Brianza non portò, come conseguenza, l’abbandono dell’agricoltura, ma operò in stretto rapporto con essa, poichè la gelsicoltura doveva garantire la fornitura di materia prima.
Mercato della seta
La maggior parte della seta grezza prodotta ad Erba e nel Comasco, veniva esportate nelle principali capitali europee come Londra e Ginevra, per essere poi lavorata dai fabbricanti locali. Un successivo ed importante sbocco per la seta fu Lione, dove si facevano due fiere l’anno ed i Comaschi uguagliarono i Francesi nel commercio.
Filanda la Palazzina ex località Mornerone
In origine era un mulino da grano ad acqua, costruito dai Carpani di Pontelambro in riva alla roggia Molinara. Acquistato nel 1876 dalla ditta serica “Pedroni & Cavadini” fu trasformato in filanda a vapore; nei primi del ‘900 divenne di proprietà della Ditta Taroni (industriali serici di Como) che cessò l’attività della fabbrica nel 1970, cedendo l’intera proprietà a Zappa Giuseppe (fondatore della ditta FALPE).
In origine, il corpo di fabbrica era costituito da una forma a L, successivamente modificata con l’aggiunta di un ulteriore edificio così da trasformarlo in un complesso a corte con la ciminiera posta nel centro del piazzale. Ancora oggi, nonostante il cambio di destinazione, conserva l’antica ciminiera e l’intera struttura esterna.
La Palazzina è una degli ultimi esempi di edificio storico-industriale presenti nella zona di Erba insieme al filatoio di Pomerio.