Inseriamo nel nostro blog Città Falpe un interessante articolo presentatoci dalla Confartigianato Imprese Pavia che ci ha taggato sul nostro profilo instagram @falpeerba e che riguarda un argomento che ci sta molto a cuore. LA MANUTENZIONE PERIODICA E PROGRAMMATA.
In questi giorni alcuni dei nostri clienti hanno ricevuto la nostra mail di promemoria che ricorda l’importanza di rinnovare o sottoscrivere per la prima volta (per coloro che hanno installato i prodotti FALPE da almeno 2 anni) il Contratto di Manutenzione annuale “FALPE facility“. Ed ecco perché riteniamo utile condividere con voi questa intervista che ricorda l’importanza della “manutenzione periodica dei dispositivi di apertura”
a cura dell’Ing. Antonio Abbiati
Ing. Abbiati i dispositivi di apertura richiamano al concetto di vie di uscita, quali tipologie di uscita sono identificate dalle norme tecniche?
“E’ bene fare chiarezza sull’argomento sgombrando il campo da una certa confusione che nel corso della mia attività ho potuto notare anche tra gli operatori del settore.
Le tipologie di uscita, ben identificate dalle norme si distinguono in: dispositivi per le uscite antipanico azionati mediante una barra orizzontale per l’utilizzo sulle vie d’esodo (norma UNI EN 1125) e dispositivi per le uscite di emergenza azionati mediante maniglia a leva o piastra a spinta per l’utilizzo sulle vie di fuga (norma UNI EN 179). Partendo da questa premessa, tutte le uscite su vie d’esodo sono da considerarsi uscite di sicurezza e, di queste uscite, alcune potranno essere antipanico (presenza sulla porta di maniglione a spinta), mentre altre potranno essere di emergenza (presenza sulla porta di maniglia a leva o piastra).”
Quindi è la tipologia di apertura a fare la differenza?
“Esattamente. Nel caso dell’apertura antipanico, per azionare l’apertura del dispositivo non è necessaria la sua preventiva conoscenza (basta spingere) mentre nel caso dell’apertura di emergenza, per azionare l’apertura del dispositivo può anche essere richiesta una sua preventiva conoscenza (è il caso dell’apertura verso l’interno che presuppone che si possa tirare la porta anziché spingerla).”
Quali sono i criteri da seguire per mantenere efficienti nel tempo i dispositivi di apertura?
“L’efficienza nel tempo dei dispositivi di apertura si può mantenere solamente con un’accurata manutenzione e con una misura periodica delle forze effettivamente necessarie a sbloccare le porte installate su vie di esodo”
Ci sono delle regole da rispettare in tema di manutenzioni?
“Innanzitutto le manutenzioni devono essere effettuate seguendo le indicazioni del costruttore che deve fornire apposite istruzioni redatte avendo come punto di riferimento l’allegato C delle norme tecniche UNI EN 179 e UNI EN 1125. Sono proprio queste norme tecniche a stabilire le informazioni minime che devono accompagnare il prodotto”.
Qual è la periodicità della manutenzione ordinaria ed il tipo di controlli da effettuare sui dispositivi di apertura?
“I controlli di manutenzione ordinaria devono essere effettuati ad intervalli non maggiori di un mese (o del periodo raccomandato dal produttore).
L’elenco dei controlli è invece molto lungo ma, in questa sede, mi soffermerei solo su quelli che hanno un maggior impatto sul mantenimento nel tempo della sicurezza di funzionamento del prodotto:
– Ispezionare ed azionare il dispositivo di apertura (Maniglione antipanico o Maniglia o Leva a piastra) per assicurarsi che tutti i componenti siano correttamente fissati e in condizioni di funzionamento soddisfacenti.
– Utilizzando un dinamometro misurare e registrare le forze di azionamento per sganciare il dispositivo di uscita.
– Verificare che non siano stati inseriti dispositivi di bloccaggio aggiuntivi alla porta dopo la sua installazione originale (esempio: catene o lucchetti).
– Verificare che forze di azionamento non siano cambiate significativamente dalle forze di azionamento registrate al momento dell’installazione originale”.
Oltre ai controlli, è necessario effettuare delle misurazioni?
“L’attività di manutenzione non sarebbe valida se non venissero registrati i valori delle forze di apertura, come ben evidenziato nel paragrafo 4.2.2. delle norme UNI EN 179 e UNI EN 1125, rispettivamente per maniglie di emergenza e maniglioni antipanico. I valori rilevati durante le misure effettuate in fase di manutenzione devono ovviamente rientrare nei limiti indicati nelle norme sopra citate. “
Se i valori rilevati fossero non conformi, quali azioni occorre mettere in pratica?
“Nel caso di rilevazione di valori superiori a quelli massimi consentiti sarà necessario, non solo verificare che tutte le parti meccaniche siano adeguatamente lubrificate e correttamente fissate (assenza di giochi o di interferenze eccessive tra le aste verticali e le controbocchette) ma, soprattutto nel caso di porte esistenti sarà necessario verificare anche che:
- la scelta del tipo di dispositivo installato sia stata fatta secondo le indicazioni delle norme UNI EN 179 oppure UNI EN 1125, secondo il caso;
- l’installazione dei dispositivi di apertura sia stata eseguita secondo le indicazioni del costruttore.
- Non sono rari i casi in cui si rilevano porte normali trasformate in porte su vie d’esodo sulle quali sono stati installati dispositivi di apertura non idonei ad essere utilizzati su quel tipo di porta. (Esempio: peso e/o dimensione della porta non compatibili con le caratteristiche del dispositivo di apertura installato).
- In alcuni di questi casi si potrebbero infatti rilevare valori delle forze di apertura molto superiori a quelli consentiti dalle norme.
- Si ricorda che, una porta esistente prima che la sua destinazione fosse definita come uscita d’esodo, non può essere riutilizzata con la semplice installazione di un dispositivo di apertura sicura, ma deve essere sostituita con una porta interamente realizzata in Sistema 1.”
Quali sono le sanzioni applicate alle imprese che non effettuano la manutenzione periodica dei dispositivi di apertura?
Il mantenimento dell’efficienza delle porte su vie d’esodo in genere e quindi dei dispositivi di apertura, ricade sotto l’esclusiva responsabilità del datore di lavoro così come previsto dal D.Lgs 81/08 in merito alla sicurezza dei luoghi di lavoro.
Le sanzioni saranno pertanto riferibili a tutto ciò che potrà scaturire dai controlli effettuati in questo contesto.
Da quanto emerso, la gestione delle manutenzioni, se svolta correttamente diventa un’attività molto impegnativa per le imprese sia dal punto di vista del tempo richiesto sia delle risorse da dedicare
“A fronte di adempimenti periodici e puntuali come quelli che vi ho descritto, è indubbio che l’attività manutentiva non può più essere vista come una serie di interventi tecnici occasionali, inserendosi a pieno titolo in quella che oggi viene comunemente definita coi termini di “facility management”, scienza nata per gestire tutte quelle attività che non riguardano specificatamente il core business di un’azienda, ma che ne influenzano la competitività.
Intesa in questo senso la manutenzione diviene essa stessa strumento di programmazione, strategico e organizzativo, per far sì che ogni attività svolta sia tecnicamente più completa ed economicamente vantaggiosa, garantendo una maggiore tranquillità, combinata a sicurezza e risparmio.”