Bonus Edilizi, Venerdì 10 maggio il Governo ha depositato presso la Commissione Finanze del Senato un emendamento firmato dal Ministro dell’Economia e Finanze Giorgetti e bollinato dalla Ragioneria dello Stato al DL Superbonus.
In contemporanea il Governo ha bocciato tutti gli emendamenti presentati dalle varie forze politiche di maggioranza e opposizione.
Il DL Superbonus con il testo emendato dal Governo approderà prima in aula al Senato e poi alla Camera per la definitiva conversione in Legge prevista per le prossime settimane. Nonostante una forza politica di maggioranza (Forza Italia) stia esprimendo forti contrarietà all’emendamento, è molto probabile che il Governo ponga la questione di fiducia in sede di votazioni in Aula.
Questo emendamento oltre a prevedere:
* rate da 10 anni per il Superbonus
* dal 2025 stop alla compensazione dei contributi per gli istituti finanziari
* controlli retroattivi dei Comuni a pratiche e cantieri che hanno usufruito di agevolazioni fiscali
ridisegna nei fatti il perimetro delle agevolazioni fiscali dopo il 31 dicembre 2024.
Il DL Superbonus rappresenta nei fatti l’ennesima riscrittura delle agevolazioni per i lavori edilizi, motivata per l’imponente peso che i bonus (soprattutto il superbonus) stanno avendo sul bilancio dello Stato.
Il giro di vite imposto alla cessione dei crediti nel testo approdato al Senato per la conversione è stato un chiaro segnale dell’intenzione del Governo di fermare la circolazione di moneta fiscale creata dalla pratica dello sconto in fattura sui lavori edilizi iniziati prima del dicembre 2023.
Ma il decreto emendato dal Governo non si limita al passato. Ridisegna anche il perimetro dei bonus dopo il 31 dicembre di quest’anno: ecobonus e bonus casa al 50%, come previsto da precedenti leggi cesseranno di esistere il 31dicembre 2024.
Questa è la fotografia valida fino al 31 dicembre:
Questa, invece è la situazione che si verrà a creare dal 1° gennaio 2025:
È molto probabile che la prossima legge di Bilancio non interverrà con una proroga sullo sconto fiscale del 50% del bonus casa, assecondando il taglio già previsto dalla legge: in questo modo si passerebbe al 36% dal 2025 e, poi, al 30% dal 2028.
Cambieranno, in questo contesto, anche i tetti di spesa. Dall’attuale 96mila Euro, a gennaio 2025 si passa alla metà: 48mila euro. Un limite che dovrebbe essere confermato dal 2028.
Resta da capire se oltre a questo scarno palinsesto di detrazioni la prossima Legge di Bilancio troverà risorse sufficienti affinché possano essere programmati contributi economici diretti, a budget annuale predefinito, a favore di famiglie a basso reddito vincolati alla riqualificazione energetica delle unità immobiliari, così come previsto dalla Direttiva Europea sulle case green.
UNICMI in tutti i tavoli ministeriali a cui è presente affermerà la necessità di salvaguardare il bonus casa con aliquota al 50% e massimale di spesa a 96.000 euro almeno fino al 2027 e attuerà una campagna di sensibilizzazione rivolta al Parlamento per la salvaguardia delle agevolazioni per gli interventi di riqualificazione energetica sostenibili e facilmente praticabili come la sostituzione di serramenti.